Lunedì 6 giugno, presso il Centro Congressi S. Agostino a Fossano, un folto pubblico ha ascoltato la toccante testimonianza di Don Samy, sacerdote del Tamil Nadu, in Italia per conseguire il dottorato.
Don Samy ha illustrato la misera vita dei dalit ( i fuoricasta) di cui lui stesso fa parte nei poverissimi villaggi del Tamil Nadu (India del Sud). I presenti sono stati molto colpiti dalla triste condizione delle donne, vittime di violenze da parte dei mariti e unico sostegno della famiglia.
Con un buon numero di fotografie, Don Samy ha mostrato al pubblico le attuali condizioni dei villaggi del Tamil, tanto piccoli, ma soprattutto tanto poco considerati da non essere neppure presenti su Google Maps.
Guardando le capanne in cui vivono e le condizioni dei villaggi, sempre più ci sentiamo spronati a cercare di aiutarli, tornando alla terra che abbiamo nel cuore, anche se i progetti che abbiamo a Kifaru continueranno ad esserci cari.
Per non disperdere le risorse che riusciremo a raggranellare, abbiamo a lungo parlato con don Samy per sapere quali siano le maggiori necessità, che si focalizzano essenzialmente su due obiettivi: sfamare i poveri del Tamil Nadu e fare in modo che le donne si affranchino sempre di più dalla totale dipendenza dal marito, contribuendo in maniera efficace al mantenimento della famiglia.
Per questo secondo obiettivo ci servono 425 euro ad attività: con questa somma, sarà possibile avviare piccole attività generatrici di reddito per gruppi di donne (sartoria, coltivazione della terra, vendita di pesce o verdure, piccoli negozi nei villaggi). Si tratta di una forma di microcredito poiché le donne si impegnano a restituire la somma prestata in poco più di un anno e tali somme potranno dunque essere reinvestite in altre attività simili per altri gruppi di donne.
Ma la sfida che veramente ci troviamo davanti e che dovrebbe smuovere tutti noi, che ogni giorno abbiamo tre pasti assicurati e che – arrivati in questo periodo di “prova costume” – ci accorgiamo quanto la nostra alimentazione sia abbondante e talvolta eccessiva, è la fame.
Nei villaggi accanto a Poovanipttu, sono tanti i bambini, le vedove, gli anziani che non possono permettersi neanche un pasto al giorno: abbiamo pensato al modo migliore per sostenere queste comunità senza peraltro incentivarle alla pigrizia. Dobbiamo cercare di offrire loro un pasto semplice, ma sostanzioso, in modo continuativo e allo stesso tempo non possiamo accollarci cifre troppo onerose perché non possiamo farcela.
Don Samy ci ha proposto quindi di partire dai piccoli villaggi dove l’organizzazione sarebbe più semplice, le persone da sfamare non sarebbero molte e più facilmente individuabili, evitando i profittatori, presenti in India come in tutto il mondo, e dove due donne del posto potrebbero essere impiegate come cuoche.
Considerata la povertà alimentare attuale, riuscire ad offrire quattro pasti la settimana (a giorni alterni, più la domenica) costituirebbe già un notevole miglioramento delle condizioni di vita.
Ipotizzando una necessità di 25 pasti al giorno, in un anno avremmo necessità di 5200 euro più una piccola somma iniziale per pentole e stoviglie, considerando di offrire 4 pasti la settimana a ciascuna persona.
Stiamo pensando di fare una sorta di “abbonamento”: riusciremo a trovare 200 persone che si impegnino a giugno – per 5 anni – a versare 25 euro?
Una sorta di “aggiungi un posto a tavola” per un gruppo di persone che vivono a 7200 km da qui: si tratta di rinunciare a una sera in pizzeria e di farlo a beneficio di un’intera, piccola comunità…
Se avete Satispay, saremo noi a richiedervi direttamente il versamento a suo tempo; se non ce l’avete, non preoccupatevi, troveremo ugualmente il modo di sollecitarvi. Fatevi vivi contattandoci alla mail insiemeperlindia@gmail.com.
I canali per aiutare la nostra associazione sono sempre gli stessi: li trovate nella pagina COME AIUTARCI. Anche stavolta contiamo su di voi per vincere questa nuova sfida!