RICONOSCENZA E SPERANZA

Vi abbiamo già detto della situazione paradossale della Tanzania: dopo due anni di siccità, la devastazione dell’alluvione.

Ma voi e noi – come sempre – non ci perdiamo d’animo e non facciamo mancare il nostro sostegno: il nostro appello per l’acquisto di biciclette usate ha trovato famiglie disposte ad aiutarci. Grazie a loro una trentina di ragazzi dei villaggi intorno a Kifaru raggiungeranno la scuola in bicicletta!

Grazie agli amici della nostra associazione, anche il nostro secondo obiettivo è stato raggiunto: un gregge di 30 pecore è andato ad aggiungersi alle vacche della Rupert Children Home. Serviranno ad allevare e vendere agnellini, a fornire carne per la cena dei ragazzi e (non si butta nulla…) le loro deiezioni saranno estremamente utili come concime e per fornire biogas.

Infine, di recente abbiamo inviato in India il corrispettivo di 220 adozioni a distanza ed in Tanzania 113.

A breve, invieremo inoltre in Tamil Nadu il denaro per continuare l’iniziativa della mensa nel villaggio di Poovanipattu.

Siamo ancora in attesa di ricevere l’accredito del 5 x 1000 di due anni fa ( ! ), ma ricordiamo a chi ancora deve provvedere alla dichiarazione dei redditi che il nostro codice fiscale è 92017680049.

Ricordatevi di noi e grazie a tutti quelli che ripongono fiducia nella nostra associazione ed aderiscono alle nostre iniziative!

DESOLAZIONE A KIFARU

Dopo due anni di siccità – al punto che neppure le capre trovavano più di che sfamarsi – poco più di un mese fa la Tanzania ed in particolare la zona di Kifaru è stata colpita da una inondazione devastante.

Nel paese ci sono state decine di vittime (anche se non nella zona che seguiamo) ed i villaggi si sono trasformati in un’enorme distesa di fango.

Tantissime famiglie hanno perso tutti i loro averi ( che erano ben pochi) e non sono in grado di ricostruirsi la capanna, perché dovrebbero comprare i materiali.

Padre Joseph, passato il momento di emergenza, sta ora facendo il giro dei villaggi della parrocchia e trova ovunque una infinita desolazione.

I nostri ragazzi stanno tutti bene, ma ben pochi di loro non hanno avuto danni alle capanne ed alle cose della loro famiglia; anche le ragazze che studiano a Dar-es-Salaam non sono state esenti da questa catastrofe.

Sul web girano video impressionanti, che dimostrano quanto la forza della natura si sia accanita in quelle zone.

Attendiamo ulteriori notizie da padre Joseph e valuteremo se possiamo attivarci per portare un po’ di aiuto: seguiteci per altri aggiornamenti.

NUOVE INIZIATIVE IN CANTIERE

Come ogni primavera, anche quest’anno abbiamo lanciato un appello (anzi, due…) accolto con la consueta generosità da parte degli amici della nostra associazione.

I ragazzi dei poverissimi villaggi intorno a Kifaru debbono percorrere anche una decina di chilometri per raggiungere la scuola ogni mattina; alcuni di loro camminano per due ore e mezza all’andata ed altrettanto al ritorno, chi su strade sterrate e polverose, chi al margine dello stradone principale.

Abbiamo quindi lanciato la sottoscrizione di 70 euro per acquistare una bicicletta usata da fornire a quanti più ragazzi possibile, scelti tra quelli che hanno desiderio di continuare gli studi e che appartengono alle famiglie più povere. Già 18 nostri sostenitori hanno aderito all’iniziative: le biciclette sono state acquistate (usate, perché i prezzi delle biciclette nuove sarebbero inavvicinabili) e – come potete vedere – sono già in piena attività.

Ma altri amici di Insieme per l’India hanno aderito alla seconda richiesta: padre Joseph ha riferito che un gregge di 30 pecore allevate nella stalla e nei dintorni della Rupert Children Home consentirebbe un incremento delle entrate rivendendo gli agnellini, un miglioramento dell’alimentazione, aumentando di tanto in tanto il consumo di carne (usualmente i ragazzi mangiano carne – quasi sempre di pollame – due volte la settimana) ed aumentando le scorte di letame, da cui il vulcanico padre Joseph e il suo team ricavano il biogas grazie al quale sono autosufficienti.

Una decina di pecore, ciascuna del costo di 60 euro, sono già state finanziate, ma la sottoscrizione continua: come sempre, potete chiederci informazioni contattandoci via mail o per telefono.

BUON COMPLEANNO A NOI!

Insieme per l’India compie 15 anni!

Siamo nati nel 2009 e da allora sono tante e tante le iniziative che abbiamo portato a termine, grazie al vostro aiuto e sostegno, grazie alla fiducia che avete riposto in noi, grazie all’impegno – modestia a parte – che la nostra Presidente e noi volontari abbiamo profuso per raggiungere gli obiettivi prefissati.

Come sempre, più riusciamo a raggiungere delle mete, più speriamo di arrivare a realizzarne altre: i ragazzi di Kifaru, i poveri dei villaggi della zona in Tanzania,  i bisognosi del Tamil Nadu e le suore che seguono con costanza ed abnegazione i tanti ragazzi adottati a distanza continuano ad avere bisogno di noi.

Ci sforziamo di fare nostra la frase di Santa Madre Teresa di Calcutta ” Ciò che stiamo facendo è solo una goccia nell’oceano. Ma se quella goccia non fosse nell’oceano, credo che l’oceano sarebbe più piccolo a causa di quella goccia mancante”.

Con questo pensiero, cerchiamo di farci venire in mente sempre nuove iniziative e – come sempre – non ci manca la vostra adesione; il vostro entusiasmo ci sostiene, il vostro aiuto ci sprona a fare sempre di più.

A breve, don Samy – che molti di voi hanno conosciuto nella serata in cui ci ha parlato della difficile realtà del Tamil Nadu – sta per tornare definitivamente in India e già ora ci sta descrivendo quali sono gli obiettivi che ha in mente.

Padre Joseph dalla Tanzania ci aggiorna costantemente sulle novità e – poiché il sistema scolastico nazionale sta per essere totalmente modificato – ha ottenuto dal Governo l’autorizzazione ad aprire una scuola primaria accanto alla Rupert Children Home.

Ha già ottenuto altri finanziamenti, ma siamo sicuri che – con questa nuova prospettiva – saranno ancora maggiori le necessità a Kifaru.

Per questo vi chiediamo di continuare ad essere nostri amici, parlate di noi e consultate le nostre pagine social per essere costantemente aggiornati sulle nostre iniziative.

SOGGIORNO A KIFARU: APPUNTI DI VIAGGIO

Siamo state di recente a Kifaru, per ottenere aggiornamenti sull’avanzamento lavori, revisionare  quanto è stato fatto e individuare le nuove necessità.
Ora – sperando nell’aiuto di molti – cominceremo a cercare fonti di finanziamento e nuovi sponsor, perché ciò che abbiamo visto non può lasciarci indifferenti a pensare alla nostra vita come se fosse piena di difficoltà economiche: vedere da vicino, viaggiare nei villaggi dà alla parola “povertà” un nuovo significato.

Ogni volta che arriviamo sul posto (e per quanto riguarda la Tanzania, siamo ormai andate tre volte a visitare la Rupert Children Home ed i suoi dintorni), ci accorgiamo di come l’aiuto anche minimo che ciascuno di noi riesce a dare, in quella parte del mondo spesso cambia la vita di chi lo riceve, ma sempre rappresenta almeno un balzo in avanti, un passo verso un destino meno difficile.

E’ amaro – e al tempo stesso estremamente gratificante – rendersi conto che essere al momento giusto in un determinato posto FA la differenza: non è soltanto un modo di dire, ma la realtà di ciò che certe scelte determinano sulla vita dei bambini, dei ragazzi o delle famiglie.

Per dimostrarvelo, vi raccontiamo una piccola storia che – nel giro di due giorni – è arrivata al lieto fine: il sabato ci siamo recate a Kituri, un villaggio nel quale un bimbo, Emilian, 6 anni, vive praticamente solo. La madre è una nomade che lo lascia nel villaggio anche più giorni di seguito, mentre va in giro a cercare lavoro; il bimbo mangia quando riesce, dorme dove può, ed Emilian, comprensibilmente, appare estremamente triste e sconsolato, oltre che molto sporco e trascurato. Nonostante l’età (inferiore a quella richiesta nella Rupert Home), insistiamo con padre Joseph che riconosce la gravità della situazione e lunedì Emilian arriva alla Rupert Home, accompagnato dalla madre e dalla moglie del capo villaggio: dopo essere stato nutrito, lavato, con i vestiti puliti, e dopo che gli è stato assegnato un letto, la sera ballava allegro con i suoi nuovi amici e pareva ben inserito. Se questa storia finita bene ci ha molto rallegrato, è inevitabile chiedersi quanti altri bambini nello stesso momento si trovassero nella stessa situazione, ma in un altro villaggio in cui nessuno ha potuto dare loro una mano.

Le ragazzine costituiscono un altro punto dolente: benché non venga loro impedito di frequentare la scuola, spesso diventano madri in età precocissima o badano a fratelli più piccoli poiché le famiglie con un solo genitore sono numerosissime e spesso i figli sono con il padre. La scuola, dunque, passa forzatamente in secondo piano; a questo si aggiunge il fatto che tendenzialmente le ragazze non frequentano nei giorni delle mestruazioni, perché acquistare gli assorbenti igienici è per loro impossibile. Per questo, alle 79 ragazze della 7^ classe nelle scuole di Kileo e dei villaggi vicini è stato donato un kit di assorbenti riutilizzabili, prodotto dalle donne coinvolte nel progetto Ama tu Luna, attivato da noi nel 2022.

Il progetto deve essere rifinanziato: contrariamente a quanto sperato, infatti, anche il prezzo simbolico stabilito risulta essere troppo alto per le studentesse e dunque dobbiamo riuscire a fornirlo loro gratuitamente.

Durante la visita al villaggio Masai di Doya abbiamo verificato la costruzione dell’aula per le lezioni dei bambini ed i loro progressi nelle varie materie. Le case del villaggio risultano essere molto povere, manca qualunque tipo di servizio (luce, gas, acqua) ed inoltre l’agglomerato è funestato dalle continue incursioni degli elefanti, di cui si sono constatati i danni provocati.

 

 

 

Abbiamo spesso accompagnato nei villaggi i ragazzi della Rupert Home perché potessero visitare le proprie famiglie. Le loro situazioni familiari sono tutte pressoché simili: la madre è perlopiù altrove, spesso con altri figli, ed i ragazzi vivono con il padre o – più frequentemente – con i nonni, solitamente paterni.

Infine, durante il nostro soggiorno, abbiamo organizzato una mattinata di “Puliamo il mondo” e abbiamo chiesto ai ragazzi di impegnarsi a seguire il nostro esempio una volta la settimana. Per cominciare, abbiamo chiesto a Padre Joseph di sistemare un po’ di bidoncini rifiuti accanto alla Rupert Home. Cominciamo dal poco, ma considerato che i villaggi della Tanzania non hanno una raccolta rifiuti organizzata, tutto aiuta…