Abbiamo incontrato Gabini che stava giocando con un bimbetto per scacciare la sua solitudine, davanti ad una capanna di fango in un poverissimo villaggio della parrocchia di Kifaru.
Era solo: la mamma ha lasciato la famiglia per andare in città, due sorelle sono state prese in cura da una zia, il fratello maggiore Focus è entrato a gennaio 2019 nella Rupert Children Home, il papà torna ogni tanto e per lui non c’è nessuno.
E’ straziante immaginare un bambino da solo in una capanna isolata, al buio, esposto a mille pericoli. Ci siamo chiesti che cosa mangiasse, sicuramente in queste situazioni di disagio viene fuori la solidarietà tra poveri.
Non si può dimenticare la tristezza del suo sguardo…Nei giorni trascorsi in Tanzania, il nostro pensiero era costantemente rivolto a questo bimbetto, abbiamo supplicato Padre Joseph di portarlo nella Rupert Children Home con il fratello.
Grazie all’impegno del missionario si sono superati i problemi burocratici (il governo non permette di accedervi se non dopo l’esame della 4 classe, ma lui non frequentava la scuola), Gabini il 4 gennaio è arrivato nella children home.
La foto di lui sorridente con gli altri bambini è stato davvero un regalo meraviglioso, ce l’ha fatta, ora potrà studiare, ma soprattutto non sarà più solo.Ma un altro pensiero ci intristisce: quanti bambini come Gabini ci sono in quei poveri villaggi?