Siamo tornate in India. Il 20 dicembre siamo partite con destinazione Chennai, per poi proseguire per Pondicherry e Kalvarayan Hills nel Tamil Nadu. Successivamente siamo state a Mangalore, Hubli, Mundgod nel Karnataka per poi raggiungere Mumbai e tornare da lì in Italia il 7 gennaio: un viaggio breve ma molto intenso dal punto di vista emozionale.
L’India è davvero un paese affascinante e meraviglioso, che ti entra dentro lasciando un segno indelebile che nessuno cancellerà più: i colori, i profumi, i suoni, le spiagge bianchissime e l’oceano cristallino (che finalmente quest’anno abbiamo potuto ammirare), i tramonti da cartolina, i templi affascinanti e un po’ misteriosi, la sua gente sorridente e cordiale, che ti fa sempre sentire come a casa tua.
Eppure ogni volta, quando scendiamo dall’aereo, è uno shock: tutto sarà diverso da casa nostra, dalle cose più banali come lavarsi i denti o specchiarsi (senza specchio!) o cercare di mangiare con le mani, o provare a capire quando l’autista che ti parla conosce solo il tamil.
Poi l’incontro con le cose più tragiche: entrare in contatto con la povertà più terribile, famiglie che vivono sul marciapiede, bambini che vagano per strada, donne che devono fare chilometri per un po’ d’acqua…
Abbiamo incontrato persone meravigliose che hanno scelto di dedicare la loro vita per i più deboli e gli ultimi, tra di esse due in particolare ci hanno toccate:
- Sr Evangeline, “ a big Sister”, come la definiscono a Mangalore: la conosciamo da oltre vent’anni, non ha tempo nemmeno per invecchiare, una donnina alta meno di un metro e cinquanta, instancabile, che non si siede nemmeno a tavola; l’unico suo pensiero sono i suoi poveri, gli handicappati, le donne e i bambini dei villaggi, per ognuno dei quali ha sempre una carezza o una caramella.
- Mr. Nehru, Direttore di Community Seva Centre, l’ONG di Pondicherry con cui collaboriamo: sta dedicando la sua vita per cercare di migliorare le condizioni di vita delle popolazioni tribali delle Kalvarayan Hills, zona montuosa di foreste nel Tamil dimenticata da tutti . Abbiamo visto brillargli gli occhi quando ci illustrava i suoi progetti, in particolare la costruzione della scuola nel villaggio di Pulluvapadi, “this is my dream” diceva, “questo è il mio sogno”. Ci ha commosse ed ora che siamo tornate alla nostra vita frenetica ci impegneremo per aiutarlo a realizzare questo suo grande sogno: far sì che i bambini di questi villaggi possano andare a scuola.
Potremmo scrivere pagine per raccontare le nostre giornate, ma ci sembra inutile perché certe emozioni si devono vivere in prima persona, non ci sono foto o racconti che vi possano far immaginare la nostra esperienza.
Non abbiamo mai, neppure per un attimo, sentito la nostalgia di tutte le nostre comodità, anzi che tristezza man mano che si avvicinava la data della partenza!
E’ proprio questa meravigliosa esperienza, che ormai ripetiamo ogni anno, che ci dà la carica: non possiamo dimenticare i nostri “amici”, che nei pochi giorni trascorsi insieme ci danno tanto, noi dobbiamo fare altrettanto, cercando di aiutarli a raggiungere una qualità di vita un po’ più dignitosa.
In India i ragazzi desiderano fortemente andare a scuola, fanno chilometri a piedi con ogni condizione meteorologica, a volte non mangiano neanche, ma sono consapevoli che l’unico modo per vincere la povertà è l’istruzione e noi in questo anno 2013 ci batteremo con tutte le forze per questo: vogliamo che più bambini possibili delle Kalvarayan Hills possano andare a scuola e speriamo che siano molti quelli che ci vorranno aiutare a realizzare quello che è diventato anche il nostro sogno.
Marilena e Akhila